Un recente studio ha portato alla luce un potenziale pericolo per la salute umana legato all’elettrosmog: le costellazioni di satelliti, come quelli della rete Starlink di SpaceX, stanno emettendo una quantità crescente di radiazioni elettromagnetiche che potrebbe avere conseguenze serie per le persone, oltre che per l’astronomia radio.
La nuova generazione di satelliti Starlink, chiamata v2mini, emette fino a 32 volte più radiazioni rispetto ai modelli precedenti. Questo incremento rappresenta un rischio non solo per l’ambiente, ma anche per la salute umana, poiché le radiazioni elettromagnetiche sono note per i loro effetti negativi sul corpo. L’elettrosmog, l’inquinamento invisibile causato dall’esposizione continua a campi elettromagnetici, è sempre più diffuso e potrebbe influire sul benessere generale delle persone.
A partire dal 2023, sono stati segnalati problemi crescenti legati all’emissione di radiazioni da parte di questi satelliti, e la situazione è peggiorata con il tempo. Al momento, ci sono oltre 6.000 satelliti Starlink in orbita, con circa 40 nuovi satelliti lanciati ogni settimana. Questi dispositivi emettono una radiazione elettromagnetica che è milioni di volte più intensa rispetto alle fonti naturali più deboli osservate dagli astronomi. Il problema, tuttavia, non si limita alla scienza astronomica. La continua esposizione a queste radiazioni potrebbe avere impatti sconosciuti sulla salute delle persone, in particolare per chi vive in aree già fortemente colpite dall’elettrosmog.
Una delle maggiori preoccupazioni è che queste emissioni si sovrappongono alle frequenze utilizzate dalla radioastronomia, ma non ci sono regolamenti internazionali che disciplinano la perdita di radiazioni elettromagnetiche dai satelliti. Gli scienziati stanno lanciando l’allarme, chiedendo regolamentazioni per proteggere sia l’ambiente che la salute umana dall’aumento incontrollato di radiazioni.
Il numero di satelliti non è destinato a diminuire. Oltre a SpaceX, altre compagnie stanno pianificando di lanciare migliaia di satelliti. La società OneWeb ha già 634 satelliti in orbita, Amazon prevede di lanciare oltre 3.000 satelliti e la Cina con la Spacesail Constellation ne sta pianificando 15.000. Questa crescita esponenziale rappresenta un rischio crescente di elettrosmog che potrebbe influire negativamente sul benessere di milioni di persone.
Cees Bassa, astronomo dell’Istituto di Radioastronomia dei Paesi Bassi (ASTRON), ha sottolineato l’importanza che le aziende spaziali prendano provvedimenti per ridurre le emissioni elettromagnetiche. Non si tratta solo di proteggere l’astronomia, ma di prevenire possibili danni alla salute umana. Le tecnologie sviluppate grazie alla radioastronomia, come il Wi-Fi e il GPS, sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, e minare la ricerca in questo campo potrebbe avere effetti inaspettati sulla nostra vita.
Federico Di Vruno, ingegnere dell’Osservatorio SKA, ha evidenziato la necessità che queste emissioni vengano ridotte al minimo, rendendo la sostenibilità spaziale una priorità. Se non verranno adottate misure adeguate, non solo gli astronomi perderanno la possibilità di studiare l’universo, ma anche le persone potrebbero dover affrontare nuove minacce per la loro salute a causa dell’aumento dell’elettrosmog.
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