Dopo il Senato, anche la Camera dei Deputati ha approvato il DDL Concorrenza che all’art.10 prevede l’innalzamento dei limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico in tutta Italia. L’attuale limite di 6 V/m passerà a 15 V/m, cancellando una delle normative più cautelative in tema di campi elettromagnetici in Europa.
Potrebbe sembrare un piccolo aumento (2,5 vole in più) ma questa è la misura che riguarda la sola componente elettrica dei campi elettromagnetici; in realtà, trattandosi di elettromagnetismo, bisogna considerare la cosìddetta “densità di potenza” (espressa in watt al metro quadrato). In questo fondamentale parametro, la variazione sarà dai precedenti 0,1 W/m2 a 0,6 W/m2. La densità di potenza del fondo naturale elettromagnetico (statico) terrestre si attesta sui 100 pW/m2. Considerando che un 1 picoWatt equivale a 1×10−12 W = 0,000000000001 W (1 millimiliardesimo di Watt), è evidente lo stravolgimento dei valori di fondo del campo naturale terrestre, il quale fin dalla notte dei tempi, è bene ricordarlo, ha contribuito, con quei valori, alla nascita e all’evoluzione, fino alle forme attuali, della Vita quale entità bioelettrochimica. Con l’attuale provvedimento si passa da valori che si attestano a circa 1 milione di volte i valori di fondo a valori di circa 6 milioni di volte.
La decisione è stata accolta con favore dalle lobby dell’industria delle telecomunicazioni, che da tempo chiedevano un innalzamento dei limiti per favorire lo sviluppo delle reti 5G.
“Finalmente l’Italia si muove nella direzione europea, recuperando ritardi decennali”, ha dichiarato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. “Questa misura rappresenta una svolta importante per lo sviluppo del Paese: migliorerà infatti la connettività mobile sul territorio, garantendo una qualità di servizi superiore per i cittadini e consentirà alle imprese di diventare più competitive”.
Tuttavia, la decisione è stata duramente criticata da associazioni ambientaliste e di tutela della salute, che ritengono che l’innalzamento dei limiti possa avere effetti negativi sulla salute dei cittadini.
“Non esiste nessuna ragione tecnica per innalzare i limiti elettromagnetici”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Anche le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi. Si tratta di una scelta che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore, ma che può costituire un vero boomerang per lo sviluppo digitale nazionale e potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione” e aggiunge “siamo l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti.“
Legambiente ha inoltre sottolineato che l’innalzamento dei limiti non è necessario per lo sviluppo delle reti 5G. “Gli operatori TLC, all’atto di presentare ad Arpa un progetto ai fini del nulla osta radioelettrico, non dichiarano mai il valore effettivo che produrrà quell’impianto, ma la potenza massima che consente di non sforare il limite in vigore, in modo di accaparrarsi tutta la capacità trasmissiva, evitando che la concorrenza possa utilizzarla”, ha spiegato Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente.
4 miliardi di euro – aggiunge Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – questo il valore che il Governo Meloni ha deciso di dare alla salute della popolazione che vive nel nostro Paese con la scelta irrazionale che si prepara a prendere. Per una volta che l’Italia poteva vantarsi di una normativa avanzata, cautelativa ma in grado di far sviluppare il 5G senza mettere a rischio la salute della popolazione, facciamo un passo indietro per soli 4 miliardi di euro.
L’associazione ha chiesto al Governo e al Parlamento di aprire un tavolo di lavoro e di confronto per ragionare sulle possibili strategie da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione del Paese, mettendo in primo piano la salute dei cittadini.
Una decisione che mette a rischio la salute dei cittadini
L’innalzamento dei limiti di esposizione all’elettrosmog rappresenta una grave sconfitta per la salute dei cittadini italiani.
Gli effetti dell’esposizione alle onde elettromagnetiche sulla salute sono ancora oggetto di studio, ma le ricerche scientifiche hanno già evidenziato una serie di possibili rischi, tra cui:
- Mal di testa
- Affaticamento
- Disturbi del sonno
- Nausea
- Vertigini
- Problemi di concentrazione
- Disturbi dell’umore
- Depressione
- Ansia
- Problemi di memoria
- Problemi di fertilità
- Tumori
L’innalzamento dei limiti di esposizione potrebbe aumentare il rischio di questi effetti, soprattutto per le persone elettrosensibili, che sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle onde elettromagnetiche.
La decisione del Governo italiano è un chiaro esempio di come le lobby economiche possano avere un peso determinante sulle scelte politiche, anche a scapito della salute dei cittadini.
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