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Potere ai Comuni: Azioni Contro l’Innalzamento dei Limiti Elettromagnetici nel 5G

Potere ai Comuni: Azioni Contro l’Innalzamento dei Limiti Elettromagnetici nel 5G

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Il 5G e i nuovi limiti elettromagnetici stabiliti dal governo italiano hanno suscitato un acceso dibattito. Il cambiamento normativo, entrato in vigore il 29 aprile, ha fissato il limite di emissione elettromagnetica a 15 V/m, aumentando rispetto al precedente limite di 6 V/m. Tale decisione è stata presa nell’ambito del decreto legge Concorrenza, promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’economia legata al 5G e migliorare la competitività del Paese.

Tuttavia, questa modifica normativa ha suscitato critiche e proteste da parte di varie associazioni ambientaliste italiane. Queste associazioni ritengono che l’innalzamento dei limiti sia una scelta pericolosa e motivata principalmente da interessi economici delle compagnie di telecomunicazioni, a discapito della salute pubblica. Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha dichiarato che l’innalzamento dei limiti non ha alcun fondamento scientifico ed è una mossa per risparmiare sui costi delle infrastrutture, affermando che ciò comporta un aumento dell’inquinamento e un rischio per il futuro.

Mentre il Governo italiano ha innalzato da 6 a 15 Volt per metro i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza, diverse amministrazioni locali stanno prendendo posizione contraria a questo provvedimento.

Tra i primi a muoversi c’è il Comune di Lavagna, in provincia di Genova. Il sindaco Gian Alberto Mangiante ha emanato un’ordinanza che vieta qualsiasi aumento dei limiti di legge vigenti sul proprio territorio. L’ordinanza stabilisce che nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica può giustificare un aumento di tali limiti, a tutela della salute pubblica.

Anche a Milano il tema è di grande attualità. Il consigliere comunale Enrico Fedrighini ha depositato una mozione urgente che chiede al sindaco Beppe Sala di vietare l’innalzamento dei limiti per i campi elettromagnetici su tutto il territorio comunale.

Le azioni intraprese da questi Comuni rappresentano un primo passo importante per tutelare la salute dei cittadini dai possibili effetti nocivi dell’elettrosmog. L’innalzamento dei limiti di esposizione ha suscitato preoccupazioni in molti, soprattutto tra la popolazione che vive nelle zone vicine alle antenne per la telefonia mobile.

L’impegno dei Comuni dimostra che la questione è presa sul serio e che si vogliono mettere in campo tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini.

Tuttavia, le criticità riguardano soprattutto i potenziali effetti sulla salute pubblica. Secondo esperti come Fiorella Belpoggi, membro del Comitato scientifico dell’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde), l’innalzamento dei limiti comporta un aumento dell’energia assorbita dal corpo umano, senza tenere adeguatamente conto dei potenziali rischi biologici, come il cancro.

Inoltre, si evidenzia una discrepanza nei metodi di misurazione utilizzati in Italia rispetto ad altri Paesi europei, con la misurazione italiana che tiene conto di un arco temporale più ampio, incluso il periodo notturno, il che può portare a picchi di emissioni più elevati durante il giorno. Questo solleva preoccupazioni aggiuntive riguardo alla sicurezza delle reti di telecomunicazioni ad alta frequenza.

Al di là delle controversie sul 5G, resta il problema generale delle emissioni elettromagnetiche, spesso trascurate perché non visibili e non percepite direttamente dai sensi umani. Tuttavia, l’esposizione continua a tali emissioni può rappresentare un rischio, soprattutto per categorie sensibili come bambini, anziani e donne in gravidanza. La soluzione a lungo termine potrebbe implicare investimenti in ricerca per comprendere appieno gli effetti biologici delle frequenze utilizzate e la promozione di tecnologie che riducano l’impatto delle emissioni elettromagnetiche sull’ambiente e sulla salute umana.

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