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L’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici generati da dispositivi come cellulari, Wi-Fi, elettrodotti e radio può avere effetti negativi sulla salute.

La corsa al 5G e il prezzo dell’elettrosmog: l’incubo delle lobby industriali

La corsa al 5G e il prezzo dell’elettrosmog: l’incubo delle lobby industriali

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La recente proposta di aggiornamento del Codice delle Comunicazioni elettroniche, sponsorizzata dall’esecutivo Meloni come un modo per “recuperare il ritardo accumulato nella realizzazione delle reti”, sta sollevando una serie di preoccupazioni tra gli attivisti per l’ambiente e i cittadini consapevoli. In realtà, dietro questa mossa politica si nasconde una dinamica più oscura e preoccupante.

L’operazione è chiara: le multinazionali industriali esercitano una pressione significativa per favorire i propri interessi, e l’Europa sembra seguire le loro direttive, con i governi nazionali che alla fine chiudono il cerchio. Il risultato è un costante sacrificio dell’ambiente e della salute pubblica sull’altare del profitto.

Il decreto legislativo proposto da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, ha destato particolare allarme. L’articolo 10 della legge 214, datata 30 dicembre 2023, prevede l’innalzamento dell’elettrosmog in Italia, aprendo la strada a una serie di implicazioni per la salute pubblica e l’ambiente.

Una delle parti più controverse di questa proposta è la diminuzione del potere decisionale dei Comuni. Attraverso agevolazioni, semplificazioni e sbrurocratizzazione dell’iter burocratico, si mira ad accelerare l’installazione di nuove antenne di telefonia mobile. Ciò significa che le comunità locali rischiano di perdere il controllo su dove e come queste antenne vengono installate, con conseguenze potenzialmente dannose per la salute dei cittadini e l’ambiente circostante.

Ma le preoccupazioni non si limitano alle antenne di telefonia mobile. Il decreto legislativo proposto contiene anche disposizioni che concedono il diritto all’uso di case e terreni per la posa di condutture, tubi e cavi, tutto a beneficio della corsa al 5G. Questo solleva interrogativi su come tali infrastrutture possano impattare l’ambiente e la salute delle persone che vivono nelle vicinanze.

La parte più inquietante di questa proposta è forse il fatto che sembra essere stata orchestrata per favorire gli interessi delle grandi corporation a discapito del bene pubblico. Mentre il 5G promette di rivoluzionare le comunicazioni e aprire nuove opportunità tecnologiche, è fondamentale che questo progresso non avvenga a spese della salute umana e dell’ambiente.

È quindi essenziale che i cittadini si informino, si mobilitino e facciano sentire la propria voce. La tutela della salute pubblica e dell’ambiente non dovrebbe mai essere sacrificata sull’altare del profitto. Bisogna esigere una maggiore trasparenza, un coinvolgimento effettivo delle comunità locali nelle decisioni che le riguardano e una valutazione rigorosa degli impatti sulla salute e sull’ambiente prima di procedere con progetti di questa portata.

La corsa al 5G non dovrebbe significare un aumento dell’elettrosmog e una minaccia alla salute pubblica, ma piuttosto un’opportunità per promuovere soluzioni tecnologiche sostenibili e responsabili che rispettino l’ambiente e il benessere delle persone.

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