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L’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici generati da dispositivi come cellulari, Wi-Fi, elettrodotti e radio può avere effetti negativi sulla salute.

Il governo aumenta i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici: gli operatori telefonici stranieri ringraziano

Il governo aumenta i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici: gli operatori telefonici stranieri ringraziano

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L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE) esprime preoccupazione per l’approvazione dell’articolo 10 del DDL Concorrenza, che prevede l’innalzamento dell’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (CEMRF) da 6 a 15 V/m.

L’ISDE, principale associazione italiana di medici che si occupa della correlazione tra fattori ambientali e salute umana, ritiene che questo innalzamento sia pericoloso per la salute, soprattutto dei soggetti vulnerabili, come anziani, malati, madri in gravidanza e bambini, portatori di pacemaker e persone elettrosensibili.

L’attuale normativa, infatti, fissa il limite di attenzione a 6 V/m, un valore stabilito come un compromesso tra il principio di precauzione e le esigenze economiche dei gestori. Tuttavia, tale valore non è completamente cautelativo, soprattutto nei confronti di questi soggetti vulnerabili.

L’ISDE invita il governo a rivedere l’articolo 10 del DDL Concorrenza e a mantenere il limite di attenzione a 6 V/m, in linea con le raccomandazioni dell’OMS e di altre autorità sanitarie internazionali.

Ecco alcuni motivi specifici per cui l’ISDE ritiene che l’innalzamento dell’esposizione ai CEMRF sia pericoloso per la salute:

  • I CEMRF sono stati associati a una serie di possibili effetti sulla salute, tra cui cancro, danni al sistema nervoso e problemi riproduttivi.
  • I soggetti vulnerabili sono più sensibili agli effetti dei CEMRF.
  • L’innalzamento del limite di esposizione aumenterà l’esposizione di tutti i cittadini, compresi i soggetti vulnerabili.

L’ISDE ritiene che sia necessario adottare misure per proteggere la salute pubblica dai CEMRF, tra cui:

  • Mantenere il limite di attenzione a 6 V/m.
  • Ricercare ulteriori informazioni sugli effetti dei CEMRF sulla salute.
  • Promuovere l’utilizzo di tecnologie alternative a quelle che emettono CEMRF.

Così si legge in una nota stampa diffusa dalla Associazione Italiana Medici per l’Ambiente:

“Come medici e scienziati vogliamo sollecitare il Governo in tutte le sedi istituzionali opportune e nella conferenza Stato-Regioni a mantenere i valori di attenzione per i campi elettromagnetici attualmente in vigore, ovvero 6 V/m, e nel contempo chiediamo che la modalità di misurazione di tale valore, che attualmente avviene come media su 24 ore, torni ad essere svolta come media nei 6 minuti nelle ore di maggiore traffico telefonico- dichiarano Fiorella Belpoggi, Fausto Bersani e Maria Grazia Petronio, componenti del comitato scientifico di ISDE– tra l’altro, in un recente rapporto del Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (EPRS), Servizio Ricerca del Parlamento europeo, Unità Prospettiva scientifica (STOA PE 690.012- Giugno 2021), che costituisce al momento l’unica revisione sistematica istituzionale e internazionale disponibile, si legge  che i campi elettromagnetici generati dalle radiofrequenze sono probabilmente cancerogeni e probabilmente provocano effetti avversi sulla riproduzione e lo sviluppo umano”

Tenendo conto del fatto che tutte le compagnie telefoniche attualmente operanti in Italia sono di provenienza straniera, si può affermare che non solo non si registra alcun beneficio economico per lo Stato, ma si mette anche a repentaglio la salute dei cittadini italiani. La presenza di queste compagnie straniere nel settore delle telecomunicazioni può comportare diverse problematiche che vanno al di là delle considerazioni puramente economiche.

“ Vogliamo ribadire in modo forte e chiaro che non esiste una barriera allo sviluppo tecnologico del 5G a causa del valore di attenzione di 6 V/m fino ad oggi in vigore, e quindi l’innalzamento dei limiti in Italia non costituisce una necessità per gli utenti– continuano Belpoggi, Bersani e Petronio- ma un forte risparmio economico per le compagnie. Questa è la realtà dei fatti: la salute non viene prima di tutto, ma dopo di tutto! Noi siamo invece preoccupati per il rischio per la salute che l’innalzamento dei limiti, e di conseguenza delle esposizioni, comporta. Ribadiamo, infine, che dal punto di vista del rischio sanitario nessuno allo stato attuale è in grado di indicare un limite al di sotto del quale sicuramente non si osserva alcun rischio. Anche piccoli rischi possono diventare un grosso problema di sanità pubblica quando gli esposti sono milioni di persone in Italia e miliardi nel mondo. E’ necessario e ragionevole adottare il limite  “più basso possibile” (quello esistente di 6 V/m) investendo in soluzioni tecnologiche in grado di garantire basse emissioni e proseguire con gli studi e i monitoraggi.”

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