Cinquanta antenne 5G in arrivo nel Veneziano. Un’opportunità per il futuro, ma anche dubbi sulla salute. Venezia ha il record di impianti di telefonia: oltre 1200

Le antenne 5G, che operano a frequenze più elevate rispetto alle precedenti generazioni, dovrebbero consentire una maggiore velocità di trasmissione dati e una migliore copertura. Questo potrebbe portare a una serie di vantaggi, come lo sviluppo di nuove tecnologie, la diffusione della banda larga e l’innovazione dei servizi pubblici.

Tuttavia, alcuni studi hanno sollevato dubbi sui potenziali rischi per la salute associati alle antenne 5G. Questi studi suggeriscono che le onde elettromagnetiche emesse da queste antenne potrebbero aumentare il rischio di cancro, malattie cardiache e disturbi del sistema nervoso.

In Veneto, al momento, sono attivi 13 impianti 5G, ma altri 50 hanno ottenuto il parere favorevole dei tecnici. La maggior parte di queste antenne si trova nelle province di Verona e Padova.

Le procedure di installazione delle antenne 5G passano per i Comuni, che possono decidere di autorizzare o meno la loro costruzione. In alcune città venete, come Mirano, Noale e Chioggia, i sindaci hanno già deciso di bloccare le autorizzazioni.

In un recente incontro online, organizzato da Anci Veneto, si è discusso del tema del 5G. All’incontro hanno partecipato rappresentanti di enti locali, esperti di elettromagnetismo e rappresentanti di associazioni ambientaliste.

Legambiente ha espresso una posizione di cautela, invitando a rispettare il principio di precauzione e a minimizzare le esposizioni alle onde elettromagnetiche. Anche l’ex direttore dell’Ispes Livio Giuliani ha invitato a rispettare il limite di 6 volt metro senza medie sulle 24 ore per i siti sensibili, come le scuole e gli ospedali.

In conclusione, l’arrivo delle antenne 5G in Veneto sta sollevando un dibattito complesso, in cui si scontrano i potenziali benefici di questa tecnologia con i possibili rischi per la salute.